GIULIA MANGANI Firenze

PORCELLANE D'ARTE

Storia

 

Già alla fine dell’800 i Mangani sono una famiglia di scultori e si tramandano l’arte di padre in figlio.

All’inizio del secolo Cesarino Mangani lavora in un proprio atelier a Firenze con i cinque figli, occupandosi di opere richiestegli soprattutto da inglesi , francesi e americani, proprietari di ville nei dintorni di Firenze. A seguito della crisi del ’29, che come si sa travolse ogni settore della vita economica e finanziaria, l’atelier venne chiuso.

Dei cinque figli uno, Alfiero Mangani, dopo aver lavorato come ceramista-scultore in una importante fabbrica fiorentina, la Zaccagnini, fino agli anni 1955-56, apre un piccolo laboratorio di restauro di ceramica e porcellana nel quartiere popolare di di San Frediano a Firenze, coadiuvato dal giovane figlio Ivan, e come ragazzo di bottega, dall’altro figlio Lando.

Successivamente l’attività comincia ad avere delle richieste di oggetti in porcellana e così con la volontà e la determinazione dei due fratelli, Ivan e Lando, viene aperto un laboratorio nella zona di “Doccia” a Sesto Fiorentino, assumendo di li a poco il primo collaboratore/amico che non aveva mai lavorato in ceramica ma era stato al contrario un eccellente panettiere ( Piero Borghesi). Territorio questo già culla di di una prestigiosa tradizione per la porcellana grazie all’esistenza della famosa Richard Ginori. In questo periodo (1960) viene a mancare il padre Alfiero Mangani.

La grande svolta arriva grazie ad un curioso destino che determina il passaggio dal semplice laboratorio di allora all’impresa di oggi. Alcuni responsabili della famosa casa Tiffany notano le fattezze e la superba qualità di una tazzina di porcellana, di cui non è riconoscibile la mano dell’artefice. Solo dopo una ricerca assidua vengono a conoscenza della mano del maestro che l’ha creata, la famiglia Mangani.

Nasce un'intensa collaborazione durata anni resa tale grazie al famoso buyer Giovanbattista Giorgini ( creatore dell’alta moda in Italia con la prima sfilata a Palazzo Pitti, Firenze) che assume l’abile ruolo di intermediario tra le due realtà. Questo permette all’azienda di poter gettare le basi per ampliare la propria produzione con la creazione di ampie collezioni, dal complemento all’illuminazione, e innovative tecniche di lavorazione e decorazione.

Per un lungo periodo ha operato nella nostra manifattura Nostro Zio Furno Mangani dopo anni di esperienza come scultore in botteghe fiorentine e all’Opificio delle pietre dure operando e restaurando numerose chiese d’Italia tra cui il Monastero di Santa Chiara a Napoli, il Duomo di Bolazano e di Firenze come il Duomo di Santa Maria del Fiore, Santa Maria Novella e molte altre opere come la fontana di Niccolò Pisano a Perugia. Ha cominciato a lavorare all’età di 10 anni fino ad esser costretto a smettere intorno ai 96 per cause esterne alla sua volontà.

Eredi del patrimonio aziendale sono ad oggi i figli di Lando, Giulia e Lorenzo Mangani, che con il nuovo marchio Giulia Mangani Firenze porteranno avanti la tradizione storica della porcellana in Italia.

Chi siamo

 

La porcellana come elemento primario supportato dalla conoscenza preziosa delle maestranze interne; tutte le fasi produttive sono svolte internamente nella nostra sede situata sul territorio Sestese, area industriale adiacente a Firenze.

L’azienda vanta di una grande collezione di modelli originali (1958-2012) ad oggi patrimonio inestimabile, e di molti altri modelli creati da vari artisti e designer che nel corso di questi anni hanno contribuito ad ampliare la ricchezza della Mangani, tra i quali E.Sottsass, M.Thun, L.Scacchetti, D.Palterer, U.La Pietra, A.Oste, A. Mendini, Dani Caravan, Izzika Gaon e tantissimi altri.

Crediamo fermamente nel Made in Italy, infatti il nostro prodotto è unico nel suo genere; scelta di materie prime di alta qualità e certificate italiane, attenzione al prezioso dettaglio, design elegante e raffinato. La vasta produzione va dal piccolo fiore ancora eseguito a mano, ai vasi, zuppiere, lampadari alle lampade nelle forme più svariate e nei vari stili, tipo Impero, Decò, Classico, Contemporaneo.

La materia

 

I primi prodotti in porcellana giungono nel nostro continente come regalie e donazioni a reali e notabili durante le visite di stato, ma ben presto la richiesta di porcellana, e la contemporanea incapacità di ottenere prodotti analoghi in Europa, da luogo ad un fervente export verso il nostro continente.

Le più importanti casate reali e nobiliari ordinano su commessa interi lotti. Ma nonostante queste produzioni riportino sempre su ogni singolo pezzo l’effige del committente, le decorazioni restano prettamente di tipo orientale, tanto che i visi stessi rappresentati nelle decorazioni mantengono i tipici tratti somatici asiatici, a causa dell’incapacità dei decoratori orientali di riprodurre lineamenti e paesaggi europei.

I primi esperimenti sulla porcellana bianca vengono fatti dalla famiglia Medici di Firenze. Ottengono un pasta molto vetrosa che si avvicina molto alla porcellana cinese. Questa iniziale produzione viene marcata con la cupola della cattedrale di Firenze e la lettera F che sta ad indicare Firenze. I decori sono principalmente rinascimentali e in blu cobalto. Di queste porcellane sono rimasti solo pochi esemplari situati nei più importanti musei del mondo, la produzione è molto scarsa a causa della grande difficoltà ad avere una fabbricazione omogenea e continuativa.

Dal 1500 la ricerca della formula per ottenere la porcellana diviene una vera ossessione per molti regnanti d’Europa, ma nonostante i numerosi sforzi, bisogna attendere ancora due secoli.

Nel 1709 la leggenda racconta che grazie ad alcuni alchimisti finanziati dai Principi di Sassonia, si è venuti a conoscere l’esistenza del Caolino; uno sbadato messaggero, caduto per errore in una pozza di fango, si accorge che una volta asciugato, gli abiti diventano come cosparsi di una polvere bianca, il Caolino, il principale minerale che compone la formula per la porcella bianca. Da qui nacque la prima produzione europea , manifattura di Meissen.

Tutti i regnanti de’Europa cercano di ottenere la formula sia con mezzi leciti che illeciti. In pochi anni nascono le più famose manifatture: S. Claude in Francia, Carlo III di Spagna, mentre in Italia con i Marchesi Ginori di Firenze. I primi pezzi che vengano realizzati sono inizialmente di scarsa manifattura infatti passano alla storia come “masso bastardo” in quanto né porcellana né ceramica; nonostante ciò tutti i musei più importanti ne posseggono degli esempi (i Cozzi a Venezia, ecc…………).

La popolarità della porcellana Cinese in Europa però, è tale che per alcuni decenni le nuove fabbriche tedesche, francesi ed inglesi si limitano a produrre, o meglio riprodurre, copie di forme e decori orientali. E’ solo a partire dal 1740-50 circa, che si diffonde in Germania e Francia l’idea di realizzare un prodotto originale, che segua stili più tipicamente europei e per questo vengono coinvolti nello sviluppo di decori e forme pittori e scultori del tempo, antesignani dei moderni “designer”.

Da qui le strade Cinese ed Europea si dividono; mentre in Europa la rivoluzione industriale viene estesa alla porcellana, facendone progressivamente un prodotto di massa accessibile ai più, in Cina la produzione resta legata all’artigianato destinato alle elite, scelta che ne causerà il declino dopo l’ascesa al potere di Mao.